Coronavirus e sport: Liguria e Piemonte

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In breve

Gli aggiornamenti di questi ultimi giorni sul virus Covid19 hanno interessato un […]

Gli aggiornamenti di questi ultimi giorni sul virus Covid19 hanno interessato un pò tutte le Regioni del Nord Italia, in particolare Lombardia e Veneto, dove vi sono i due focolai. Per quanto attiene a FiscoNOprofit ci limitiamo ad esaminare le nostre due regioni di competenza, vale a dire Liguria e Piemonte, le cui Giunte Regionali, nel tardo pomeriggio di domenica 23/02/2020, hanno emesso le rispettive ordinanze. Vediamo i distinguo tra le due regioni:

REGIONE LIGURIA: nel tardo pomeriggio di domenica, come detto, è stata diramata ai media la bozza di ordinanza e subito sui social è scattata la diffusione della stessa, tanto che anche alcuni quotidiani odierni (tra cui La Stampa) hanno riportato il testo non ufficiale, in cui al punto b) si ordinava (dal 24/2 al 1/3/2020) “la sospensione della partecipazione alle attività ludiche e sportive”. La versione definitiva, “firmata” e diramata intorno alle ore 22, stralciava questo punto, limitando al punto a) (almeno per le ludico-sportive) “la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, di qualsiasi natura” (oltre alle chiusura delle scuole, dei musei, dei luoghi di cultura, delle biblioteche, dei concorsi pubblici, eccetera eccetera).

Da ultimo, oggi martedì 25 febbraio 2020, è stata emessa dalla Regione Liguria una nota esplicativa all’ordinanza numero 1/2020 che precisa: “è consentita l’ordinaria attività sportiva, purchè non acquisti i connotati delle manifestazioni pubbliche (tornei, eventi, gare con presenza del pubblico) ovvero è consentita la gestione degli impianti sportivi pubblici e privati riservandone l’utilizzo alle attività che dovranno, però, essere svolte a “porte chiuse” senza presenza di persone non impegnate direttamente nelle attività sportive”.

REGIONE PIEMONTE: questa delibera prevede al punto a): sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi, in luogo pubblico o privato, sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico, anche di natura culturale, ludico, sportiva e religiosa; punti b) c) d) e) … omissis …

Da una analisi “letterale” si può concludere che “per gli impianti, dalle piscine alle palestre alle piste di atletica (ma il concetto vale per tutti, ndr) non c’è l’obbligo di chiusura: gli allenamenti, ad esempio, possono quindi svolgersi” – Il Secolo XIX, pagina 4, lun 24/02/2020.

Purtroppo nella giornata di ieri (lunedì 24/02/2020) il caos è regnato sovrano e le Istituzioni ci hanno messo del loro: da quelle che avevano e hanno lavorato sulla bozza, ai Comuni che hanno pensato di dire la loro (giustamente di loro competenza, ma solo con apposita delibera). Per cui sempre ieri (ma anche oggi, martedì 25/02) ci saranno stati impianti sportivi aperti ed altri chiusi.

Le delibere ufficiali ci sembrano chiare nel vietare manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, nello spirito di evitare “assembramento di persone”, mentre le attività sportive, specie se svolte all’aperto, in palestra, in piscina, sul campo di calcio, non dovrebbero creare problemi di sorta.

Questo per dovere di cronaca e di chiarezza, fermo restando che Studio Canta e FiscoNOprofit si occupano di ben altra informazione (civilistica, fiscale, ecc.) e non si assumono responsabilità su variazioni delle predette disposizioni, specie se lo stesso avviene per singolo Comune o con tempi che non ci permettono di essere monitorate (salvo avvisando cliente per cliente, quando si riesce). Si consiglia di consultare costantemente i media e gli Assessorati Comunali allo Sport.

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