Rinvio della Riforma e lavoratori senza tutele

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In breve

Il rinvio di sei mesi della riforma del lavoro sportivo ha lasciato ancora senza tutele i migliaia di lavoratori senza contratto da dipendenti

Con il rinvio ufficiale della riforma del lavoro sportivo al 1° luglio 2023, i molti addetti ai lavori del settore rimangono ancora senza contratto e specifica disciplina e tutela. Oggi, molti di questi, sono inquadrati con diverse figure legali, come il contratto da collaboratore sportivo, atipico, che non prevede le tutele assistenziali e previdenziali, o come soci, pagati a rimborso spese.

Le società dilettantistiche assumono i loro operatori, atleti, dirigenti e tecnici senza un contratto da lavoratore dipendente, che prevede molte tutele, di cui oggi questi soggetti non beneficiano.

Il rinvio dell’entrata in vigore delle norme sul lavoro sportivo del d.lgs.36/2021 è stato richiesto sia dalle società, sia dai lavoratori, data l’impostazione di alcune disposizioni, che presentano alcune criticità.

I principali nodi riguardano: l’abolizione del vincolo sportivo, il nuovo regime fiscale per i lavoratori sportivi nell’area del dilettantismo e la presunzione di lavoro autonomo in caso di lavoro, per una società dilettantistica, inferiore alle 18 ore settimanali.

Anche il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha richiesto il rinvio della riforma per il contrasto con le disposizioni generali del Libro Unico del Lavoro.

Viene tutto rimandato a luglio, salvo ulteriori interventi legislativi.

Il Fatto Quotidiano di mercoledì 4 gennaio, ‘Lavoro sportivo, la riforma è rinviata di altri sei mesi. E gli addetti restano senza contratti’, a firma di Leonardo Bison

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