Enti Filantropici per il “Dopo di noi”

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In breve

La legge 112/2016 e la riforma del Terzo Settore hanno aperto nuove opportunità per il “Dopo di noi” con protagonisti gli enti filantropici

Dalla riforma del Terzo Settore si aprono nuove opportunità per il “Dopo di noi”, tra i protagonisti principali ci sono gli Enti Filantropici, successivamente alla legge 112/2016 che introdusse misure per tutelare l’autonomia e la piena inclusione sociale dei soggetti affetti da disabilità gravi e senza un supporto familiare.

Il “Dopo di noi”

Gli obiettivi del “Dopo di noi” sono, da un lato, prevedere agevolazioni fiscali volte alla segregazione del patrimonio familiare a favore del disabile e, dall’altro, alla creazione di programmi di intervento, tra cui soluzioni abitative che riproducono le dinamiche familiari, per evitare l’isolamento.

L’ambito di intervento è molto ampio. Infatti, riguarda anche la stipula di polizze di assicurazione, o di contratti di affidamento fiduciario relativi a fondi speciali e, in aggiunta, nella costituzione di trust o vincoli di destinazione patrimoniale ex art 2645 del Codice Civile.

Il ruolo degli Enti Filantropici per il “Dopo di noi”

Non sono mancate le problematiche nell’attuare gli aiuti pensati sia per una scarsa programmazione regionale sia la limitata possibilità di istituire fondi speciali e, infine, anche per il vincolo di destinazione di cui all’art. 2645 ter che risulta applicabile ai soli beni immobili e mobili registrati.

Queste problematiche potrebbero trovare una soluzione nel Codice del Terzo Settore, assegnando agli enti filantropici un ruolo di rilievo in questo percorso di promozione degli strumenti di segregazione patrimoniale.

Infatti, lo scopo perseguito da questi Ets è di erogare denaro, beni e servizi a sostegno delle persone bisognose o attività di interesse generale nonché la possibilità di svolgere attività di “intermediazione filantropica”.

Di conseguenza, attraverso l’istituzione di appositi fondi, si possono individuare nuove modalità con cui intervenire a favore dei soggetti tutelati dal “Dopo di noi”, intervenendo sulla legge 112/2016 per prevedere, tra i possibili strumenti di segregazione, i patrimoni destinati presso enti filantropici.

Questo consentirebbe non solo la programmazione del “Dopo di noi” messo a punto per singole famiglie o gruppi di famiglia, ma anche di imprimere, tramite regolamenti per ciascun patrimonio destinato, le volontà dei parenti o dei “caregiver” (tutore) di riferimento per la gestione del fondo.

L’ente filantropico, in base alla sua governance e alla struttura statutaria, garantirebbe stabilità e durata nel tempo rispetto alle esigenze di protezione, cura e assistenza nei riguardi della persona con disabilità.

Infine, i costi di gestione e istituzione molto bassi rendono questa possibilità accessibile a tutte le famiglie, anche quelle con disponibilità più ridotte.

Fonte Sole 24 ore del 22 Settembre pagina 46 “Enti filantropici per il “Dopo di noi” con la carta del patrimonio destinato” a cura di Ilaria Ioannone e Gabriele Sepio

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