Tenuta del libro giornale d’obbligo per gli Enti del Terzo Settore

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In breve

Con l’entrata in vigore della riforma del Terzo Settore, gli Ets avranno nuovi obblighi contabili tra cui anche la tenuta del libro giornale.

L’art 13 del Codice del Terzo Settore disciplina gli obblighi contabili e di redazione del bilancio degli ETS, tra questi rientra anche il libro giornale.

Anche se tutt’ora ci sono diversi dubbi riguardanti la disposizione, è auspicabile che la Commissione Europea fornirà ulteriori chiarimenti prima che la riforma sia pienamente operativa.

Obblighi contabili e Libro giornale: il Cts fa riferimento al Codice Civile

L’art 13 comma 4 recita quanto segue:

” Gli enti del Terzo settore che esercitano la propria attività esclusivamente o principalmente in forma di impresa commerciale devono tenere le scritture contabili di cui all’articolo 2214 del codice civile”

Il dubbio sorge nell’attribuire la giusta interpretazione all’espressione “in forma di impresa commerciale”.

Ricondurre la risposta solamente alle forma giuridica non risulta soddisfacente e, inoltre, trattandosi di Ets è evidente che il legislatore non si riferisse alle forme societarie previste dal Codice Civile.

Le disposizioni del Cts che disciplinano l’impresa sociale prevedono tra le scritture contabili obbligatorie, anche il libro giornale di cui all’art 2214 del c.c.

Sulla base di un’interpretazione sistematica, la normativa sembra riferirsi agli enti del Terzo Settore commerciali.

Nel caso in cui questa interpretazione fosse confermata, quest’ultimi risulterebbero estremamente penalizzati.

Il “problema” della commercialità

La distinzione fra enti commerciali e non commerciali è racchiusa all’interno dell’art 79 del Cts; entrambi sono iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo Settore, ma le agevolazioni fiscali più incisive riguardano gli Ets non commerciali.

Secondo il Cts, le attività si considerano di natura non commerciale quando:

  • Sono svolte a titolo gratuito dietro versamento di corrispettivi che non superano i costi effettivi;
  • Qualora i ricavi non superino di oltre il 6% i relativi costi per ciascun periodo d’imposta e per non oltre due periodi d’imposta consecutivi.

Saranno invece considerati sempre non commerciali:

  • L’attività di ricerca scientifica di interesse sociale, se svolta direttamente da un ETS per la quale essa rappresenti la finalità principale e purché tutti gli utili siano interamente reinvestiti nell’attività di ricerca e nella diffusione gratuita dei risultati;
  • Gli interventi e servizi sociali, le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a condizione che gli utili siano interamente reinvestiti nelle suddette attività e che non sia previsto alcun compenso a favore degli amministratori. 

Di conseguenza, gli enti del Terzo Settore assumono fiscalmente la qualifica di enti commerciali qualora i proventi delle attività sopracitate sono svolte in forma di impresa e superano nello stesso periodo d’imposta le attività derivanti da attività commerciali.

Riassumendo: se i corrispettivi sono superiori ai costi l’attività si considera esercitata sotto forma d’impresa e il soggetto assume la qualificazione di Ets commerciale.

Dunque, sembrerebbe sufficiente che se un ente, anche con un modesto ammontare tipo €40.000, superi con i ricavi delle attività esercitate i costi, possa essere ricondotto all’art 13 del Cts con l’obbligo di tenuta, anche solo ai puri fini civilistici, del libro giornale.

Implicazioni fiscali e contabili per gli Ets

Non è possibile pensare che il legislatore abbia voluto penalizzare i soggetti di modeste dimensioni, la giusta chiave di lettura può essere ricondotta nell’art 79 del Cts.

Quest’ultimo, oltre a fornire la definizione di ente del terzo settore commerciale, precisa ulteriormente come tale definizione sia valida ai soli fini fiscali utilizzando proprio l’espressione “fiscalmente”.

Di conseguenza, l’attività principale di forma commerciale che fa scattare l’obbligo di istituzione e tenuta del libro giornale deve essere verificata unitamente all’elemento dimensionale dell’ente.

Si può dedurre che l’esercizio di un’attività esclusivamente o principalmente commerciale rappresenta una condizione necessaria, ma non sufficiente.

La valutazione circa l’obbligo deve essere verificata caso per caso. Sotto questo profilo la disposizione lascia esposto l’ente ad eventuali contestazioni di tipo civilistico qualora il soggetto in questione dovesse essere assoggettato al fallimento.

Fonte Il Commercialista Telematico “Enti del Terzo Settore: l’obbligo di istituzione e tenuta del libro giornale” del 19 Dicembre 2023 a cura di Nicola Forte

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