Le imprese culturali del Terzo Settore

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In breve

Imprese culturali del Terzo Settore con sgravi, finanziamenti e incentivi. La doppia qualifica consente l’accesso a diverse agevolazioni.

Novità riguardanti le imprese culturali e creative (Icc) grazie alla legge sul Made in Italy (L. 206/2023) e, di conseguenza, la possibilità di acquisire la qualifica di Ente del Terzo Settore.

Questa legge ha permesso di definire meglio tutte le modalità per ottenere la veste di Icc e le condizioni per l’assegnazione dei contributi alle realtà dotate di tale qualifica.

Cosa si intende per imprese culturali?

La qualifica di Icc può essere riconosciuta a qualsiasi ente, indipendentemente dalla sua forma giuridica, se presenti determinate condizioni:

  • Svolgere attività stabile e continuativa con sede in Italia o in un altro paese Ue;
  • Esercitare esclusivamente, o prevalentemente, attività di ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione di beni culturali e prodotti culturali;
  • Essere soggetto passivo di imposta in Italia.

Questo comporta, salvo diversa interpretazione della norma, che anche un’impresa straniera con stabile organizzazione in Italia può assumere la qualifica di Icc.

La novità introdotta dalla legge Made in Italy

Sul piano soggettivo si parla della possibilità di applicare alle imprese sociali e agli enti del Terzo Settore la disciplina delle Imprese culturali e creative.

Una decisione ragionevole tenendo conto che il Codice del Terzo Settore, tra le attività elencate nell’art 5 di interesse generale, prende in considerazione anche quelle finalizzate a:

  • Valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico;
  • Organizzare e gestire attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale.

Di conseguenza, una Icc che volesse iscriversi al Runts assumendo la qualifica di Ets, o impresa sociale, troverebbe riconoscimento non solo come attore economico, ma anche come promotore di iniziative socialmente rilevanti in campo culturale.

La doppia qualifica per le Icc

L’adozione della doppia qualifica di Ets o impresa sociale permetterebbe di cumulare gli incentivi previsti dalla legge Made in Italy, di prossima attuazione, con quelli già operativi per le realtà del Terzo Settore.

Da un lato, infatti, le imprese culturali e creative potranno beneficiare delle premialità strutturate sotto forma di crediti di imposta, in misura pari al 30% dei costi sostenuti per:

  • attività di sviluppo;
  • produzione promozione di prodotti/servizi culturali e creativi;
  • contributo in conto capitale (pari a 3 milioni di euro stanziati dal 2024 fino al 2033 le cui modalità sono ancora da definirsi).

L’adozione della qualifica di Ets o impresa sociale, invece, garantirebbe fin da subito la possibilità di accedere a risorse economiche aggiuntive per la promozione e la valorizzazione della cultura.

Prendiamo come esempio il 5×1000. L’accesso al contributo è permesso a tutti gli Ets iscritti al Registro, con la sola eccezione delle imprese costituite in forma societaria.

Senza dimenticare, inoltre, la disciplina di favore riguardante le erogazioni liberali (art 83 del Cts) in denaro e natura e successivamente concesso a persone fisiche e giuridiche di accedere alla detrazione/deduzione dal redditi complessivo.

A tutto questo si aggiunge anche per gli Ets, inclusi quelli costituiti in forma societaria, di applicare l’imposta di registro in misura fissa per gli atti traslativi a titolo oneroso della proprietà di immobili o costitutivi di diritti reali.

Un’ulteriore elemento interessante nell’assumere la qualifica di ente del Terzo Settore riguarda il tema dell’amministrazione condivisa.

Quest’ultima consente di mettere in relazione queste realtà con la Pubblica Amministrazione mediante gli strumenti di co-programmazione e co-progettazione.

La cultura è un pilastro importante nella programmazione degli enti locali e queste nuove procedure potranno permettere di creare e mettere in campo nuove sinergie.

Fonte: il Sole 24 Ore del 28 Marzo 2024, pag. 41, “Imprese Culturali del Terzo Settore con sgravi, finanziamenti e incentivi”, a cura di Ilaria Ioannone e Gabriele Sepio.

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