Valle d’Aosta: riaperture sospese dalla Consulta

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In breve

Le riaperture delle attività produttive, commerciali e sportive sono state sospese dalla Consulta nonostante la legge regionale.

Le riaperture sono state sospese dalla Consulta

Questo caso ha coinvolto la Corte costituzionale. Il 9 dicembre la Valle d’Aosta aveva varato la legge 11 che prevedeva delle misure di contenimento del contagio meno rigide rispetto a quelle imposte dallo Stato, come ad esempio la riapertura delle attività produttive, commerciali e sportive quali gli impianti sciistici. Il Governo si oppone davanti alla Consulta, lamentando l’invasione di competenze statali. Giovedì 14 gennaio 2021 la Consulta decide d’urgenza di accogliere l’istanza proposta in via precauzionale da Palazzo Chigi. Secondo la Corte, la legge della Valle d’Aosta regola questioni internazionali riservate alla competenza esclusiva dello Stato.

La legge 11, aveva già generato la disposizione 552 firmata l’11 dicembre dal presidente della Regione, che dava seguito alle riaperture. Il Governo aveva chiesto al Tar della Valle d’Aosta di sospenderla, ma non è stata accolta. Il presidente del tribunale di Aosta aveva già ipotizzato un possibile ricorso del Governo ed infatti poi così è stato.

In quali errori ricadrebbe, allora, la legge della Valle d’Aosta?

Sovrapponendosi alla normativa statale, si espone al rischio che il contagio possa accelerare di intensità. Un’eventualità che prescinde dal contenuto delle ordinanze adottate.

La Corte (ed è necessario dirlo per comprendere l’importanza del provvedimento deciso oggi che non vale solo per il caso specifico della Valle d’Aosta ma rappresenta un esempio per tutte le Regioni italiane) afferma che:

“le modalità di diffusione del Covid rendono qualunque aggravamento del rischio, anche su base locale, idoneo a compromettere, in modo irreparabile, la salute delle persone e l’interesse pubblico a una gestione unitaria a livello nazionale della pandemia, peraltro non preclusiva di diversificazioni regionali nel quadro di una leale collaborazione”.

Quindi un’autonomia regionale può esserci, ma nel rigido rispetto delle leggi e delle regole.

18 gennaio 2021, Il Sole 24 Ore pag. 3

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